SANT'ALFONSO MARIA FUSCO: UN SERVO INUTILE

 

 

Dati anagrafici 

Nasce ad Angri il 23 marzo 1839 dai coniugi Fusco Aniello e Giuseppina Schiavone.  La sua nascita avviene dopo 4 anni di sterilità durante i quali i coniugi Fusco pregarono intensamente perché Dio facesse loro dono di un figlio. Durante una confessione, un Padre Redentorista di Pagani preannunciò la nascita e ne definì il nome e la missione: “Avrete un figlio maschio, lo chiamerete Alfonso, si farà sacerdote e farà la vita di S. Alfonso”.

La famiglia di Don Alfonso è profondamente religiosa. La mamma, fin da bambino, gli inculcò la devozione alla Vergine Addolorata e la recita del Santo Rosario. Alla mamma diceva: “Parlami di Gesù! Dimmi le parole più belle per ringraziare Gesù!”.

Fin da piccolo si mostrò attento ai bisogni dei compagni più poveri. Si racconta che un giorno prese delle lenzuola e le portò ad un suo amico, Vincenzino, che era a letto con la febbre e non aveva di che coprirsi. 

All'età di 11 anni entrò in seminario a Nocera dei Pagani, ma prima chiese il consenso e la benedizione alla mamma che lo baciò e lo benedisse dicendo: Và e fatti santo”.

Dio autore e fonte di ogni bene, pone nel cuore dei suoi figli i desideri di bene che poi realizza se trova corrispondenza. Già in seminario pose nel cuore di Alfonso, il desiderio di prendersi cura delle fanciulle abbandonate. E’ lui che ricorda: “Ero in seminario, sentivo in me un desiderio vivissimo di occuparmi delle anime e più di tutto di aprire qualche ricovero per  le fanciulle abbandonate ed in pericolo. Se il Signore vorrà non mancheranno i mezzi”. Il desiderio diventa missione  a seguito di un sogno. Don Alfonso racconta: “Ero ancora  seminarista, quando sognai Gesù Nazareno che mi disse: Tu devi fondare un Istituto di suore che chiamerai del Nazareno e un orfanotrofio maschile e femminile. Il suolo è già pronto. Non hai che da fabbricare. Appena sacerdote devi occuparti di questo”. Dopo il sogno, il desiderio diventò un pensiero fisso. Alla mamma, che un giorno vedendolo andare su e giù per la stanza gli chiese cosa stesse facendo, rispose: “Voglio vedere quanti letti potranno essere messi nella nostra casa, quando io comincerò a raccogliere orfani e orfane. Ricordati mamma che questa casa dovrà un giorno raccogliere tanti orfani e qui di dovrà pregare per il mondo intero”. 

Il 29 maggio 1863, a 24 anni, giorno di Pentecoste, fu ordinato sacerdote in Avellino dall'arcivescovo di Salerno nel suo oratorio privato dove si era ritirato per i rivolgimenti politici. Il giorno dopo celebrò la prima Messa nella Collegiata di San Giovanni in Angri alla presenza dei suoi familiari. 

Fin dall'inizio della sua formazione sacerdotale orientò le sue scelte verso la cura dell’infanzia povera e abbandonata presente in Angri, perché mancava un Istituto religioso che si preoccupasse di questa realtà. Don Alfonso con grande perseveranza cercò di capire come rendere reale il sogno. Lui non pensava di dover creare qualcosa di nuovo, ma cercava di chiamare in Angri le Suore presenti nei paesi vicini che operavano in tal senso e di aiutare loro. Diceva: “Non importa chi fa il bene, importa che il bene sia fatto ed essere pronti a dare una mano”.

I tempi di Dio non sono i nostri e ciò che sembrava essere pronto in effetti non lo è. I primi anni si sacerdozio sono caratterizzati da:

-Vita parrocchiale nella collegiata di Angri.

-Prestazioni per il canto, la predicazione, le confessioni, la celebrazione eucaristica l’ha dove veniva chiamato.

-Istruzione dei ragazzi che in un primo momento radunava a  casa sua, in diversi giorni della settimana per istruirli nella dottrina cristiana ed imprimere nella mente e nel cuore il santo timor di Dio; successivamente li radunò nella cappella di S. Giuda Taddeo. Questa attività fu portata avanti dal 1860 al 1878.

-Nel 1866 scoppiò il colera e Don Alfonso si prodigò nella cura dei colerosi rimanendo lui stesso contagiato. Fu guarito miracolosamente per intercessione di San Gioacchino.

-Nel 1871 fondò un oratorio sotto la protezione di S. Luigi Gonzaga. I bambini che lo frequentavano presero il nome di “Luigini”. L’oratorio fu prosperoso fino al 1878 quando si dovette chiudere per le proteste dei vicini che lamentavano il chiasso dei bambini.

-Visitava i malati ed i poveri ogni domenica e a loro lasciava i risparmi della settimana.

In tutto questo non dimenticava al missione che doveva realizzare e cercava come poterlo fare. Così Don Alfonso si recò a Castellammare per incontrare le suore Stimatine e chiedere loro di iniziare un’opera in Angri a favore delle orfane abbandonate, ma sbagliò indirizzo e si trovò con la fondatrice delle suore Compassioniste che erano state fondate nel 1871. Con lei concordò l’inizio dell’opera in Angri e l’inaugurazione avviene l’8 gennaio 1877. Don Alfonso felicissimo pensò che quella era la realizzazione del suo sogno. Egli andava presso le suore per celebrare la S. Messa e impartire la benedizione Eucaristica alla sera. Dopo alcuni mesi, però, lasciò la comunità e si ritirò in disparte perché non condivideva il modo con cui le suore accoglievano le orfane. Nel ritirarsi si riprese il quadro dell’Addolorata che aveva portato dalle suore.

Dio che conduce i suoi figli e conduceva Don Alfonso, permise tutto questo per realizzare la Sua opera. Nel frattempo aveva conosciuto Maddalena Caputo che aspirava alla vita religiosa ed era stata rifiutata dalle Suore Compassioniste. Questa era stata fatta partecipe del sogno di Don Alfonso che immediatamente fece anche suo e incoraggiò molto Don Alfonso a non temporeggiare nell’inizio dell’opera. Don Alfonso, però, voleva la benedizione del suo vescovo Mons. Ammirante, che gliela concesse dopo insistenza. Accadde, intanto, che il parroco dell’Annunziata avesse ricevuto dalla famiglia Scarcella la proprietà di un caseggiato composto da quattro stanze con un piccolo giardino. Don Alfonso saputolo, lo vide e ritenendolo idonea all’opera che doveva nascere, lo prese in fitto. 

Dopo alcuni lavori più urgenti di ristrutturazione il 26 settembre 1878 ai piedi di Gesù Eucarestia nasce “La piccola casa della Provvidenza” con Maddalena Caputo, Maria Neve Gallo, Generosa Cuccurullo, Teresa Ferrara.

 Nel 1880 alla presenza del Vescovo Mons. Ammirante le sei giovinette fecero la consacrazione    

religiosa e il Vescovo benedicendole disse: “Moltiplicatevi e fatevi sante”. L’opera man mano che cresceva, per volontà dello stesso Vescovo, fu denominata “Istituto Battistino del Nazareno” e le suore divennero le Battistine del Nazareno. Il Beato voleva dare alle suore il nome di Nazarene perché diceva “Non può esserci un nome più caro e più dolce di quello dello Sposo Divino: Gesù Nazareno”. Il nome sarà cambiato in “Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista” nel 1910 dopo la visita apostolica.

Non mancarono i contrasti, le maldicenze e le lotte per distruggere l’opera iniziata. Il Beato tutto affrontava con coraggio e tutto rimetteva alla volontà di Dio e all’intercessione della Vergine Addolorata. A tal proposito il Beato diceva: “Iddio ha permesso che quest’opera fosse combattuta fin dalla sua nascita, però fin d’allora l’ha sempre protetta; è stata sempre sorretta dalla Provvidenza. Ogni casa Battistina deve essere contrastata nella sua fondazione, ma poi si finisce sempre con il trionfo”.

Altre esperienze : gli artigianelli e la tipografia

Il Beato voleva estendere l’opera di  evangelizzazione e promozione umana che già svolgeva con le bambine, anche ai ragazzi orfani. Per questo fittò dei locali e con l’aiuto di un certo Vincenzo Ventura, nel 1889, iniziò a raccogliere i ragazzi orfani presenti in Angri che mise sotto la protezione dell’Arcangelo Michele. Per i primi due anni tutto andò per il meglio, ma poi accadde che essendo i locali insufficienti per raccogliere i bambini e non avendo la possibilità di fittare altri locali, pensò di utilizzare alcune stanze della Piccola Casa della Divina Provvidenza che comunque erano staccate dagli ambienti abitati dalle suore e dalle bambine. La Superiora e le suore erano preoccupate del fatto che ragazzi e ragazze crescessero comunque insieme e convinsero Don Alfonso ad effettuare il trasferimento, ma con la promessa di cercare un nuovo alloggio.

Nel 1891 avvenne il trasferimento e un anno dopo nasceva l’opera degli artigianelli. Partendo dall’esempio di S. G. Bosco con cui aveva contatti epistolari, comprò delle macchine tipografiche e diede vita ad una tipografia che fu attiva dal 1893 al 1910; stabilì una calzoleria e una legatoria. Chiamò persone esperte nei diversi settori per: “ fare dei fanciulli tanti artigianelli, onde avessero potuto imparare un’arte e lucrarsi il pane”. Quest’opera durò fino al 1897 a causa dei dissensi che si erano creati con le suore. A tal proposito il Beato in tarda età confidò al nipote Mons. Del Pezzo: “Avevo intenzione di beneficare la gioventù maschile, allontanarla dal vizio, educarla al lavoro, ma per i miei peccati il Signore non ha voluto. Sia fatta la volontà di Dio”.

La tipografia fu un ottimo  strumento di evangelizzazione. Furono pubblicate:

le opere di S. Alfonso, libretti di devozione, meditazione, piccole biografie di Santi, foglietti volanti e immaginette. Nel 1895 iniziò la  pubblicazione di un periodico trimestrale di Religione, Scienze, lettere e arti denominato: “Il Battistino del Nazareno”. Questo fu curato dal Beato fino alla sua morte.

La tipografia ebbe una produzione così ingente da essere denominata “Stabilimento tipografico Battistino Vescovile”.

Nel 1901 scuola serale per gli operai e i contadini e scuola catechistica per i ragazzi che lavorano la domenica.

 Nuovi orizzonti

Nel 1902 Suor Bernardina D’Auria va in America a Brooklyn e comincia la fondazione oltre oceano.

 Nascita al Cielo

·     Il 4 febbraio 1903 muore Madre Crocifissa prima collaboratrice di Don Alfonso nella nascita e crescita dell’Istituto Battistino.

·    Il 6 febbraio 1910 muore Don Alfonso Maria Fusco. Le sue ultime parole: “Signore ti ringrazio, sono stato un servo inutile”

·    Il 27 luglio 1939 ebbe inizio la Causa di canonizzazione.

·    Il 12 febbraio 1976 sua Santità Paolo VI dichiara l’eroicità delle virtù del Servo di Dio

·    Il 3 febbraio 1998 guarigione  istantanea e duratura di Gershom Chizuma, bambino Zambiano di circa 4 anni,  affetto da malaria cerebrale ed ormai in coma per le ulteriori complicazioni costituite da setticemia, febbre alta, broncopolmonite e frequente fuoriuscita di sangue dalla bocca,  per intercessione del Servo di Dio.

·    Il 1 luglio 2000 il Santo Padre Giovanni Paolo II rende pubblico il Decreto sul miracolo.

·   Il 7 ottobre 2001 il Santo Padre Giovanni Paolo II lo proclama Beato definendolo il Don Bosco del sud.

 
- Il giorno 16 ottobre il Santo Padre Francesco lo ha proclamato Santo in Piazza San Pietro.

 

 

 

 

Preghiera per ottenere grazie

Santissima Trinità

Ti lodiamo

per il dono alla Chiesa e al mondo

di Sant'Alfonso M.Fusco.

Ti benediciamo

per lo spirito evangelico

con cui Egli ha operato

a lode della tua gloria

e a vantaggio dei fratelli.

Ti ringraziamo

per avercelo dato 

come intercessore e modello.

Il suo esempio ci guidi a costruire 

un mondo di giustizia e di pace.

La sua preghiera ci ottenga

la grazia, che tanto desideriamo...

Amen